Un’opera d’arte. Un capolavoro di bronzo scuote il mezzogiorno di Casa Italia ai Giochi Paralimpici di Parigi 2024. L’autore è Davide Franceschetti, friulano di Pordenone. Che la musica fosse cambiata rispetto alla gara di pistola dai 10 metri lo si era capito dalla qualifica, ma nella gara dai 50 metri, l’azzurro si è superato.
Colpi da autentico fuoriclasse, una prima posizione provvisoria che a un certo punto lasciava liberi di sognare anche qualcosa in più, ma poco male. E’ arrivata una medaglia di bronzo che vale tantissimo, in una gara tra le più palpitanti e ricche di colpi di scena di questa rassegna Paralimpica.
Come Andrea Liverani a Tokyo, Davide Franceschetti è entrato nel gotha del tiro a segno paralimpico italiano. Lo ha fatto grazie a un concentrato di classe, applicazione e tenacia. Si è consacrato campione nel palcoscenico più prestigioso. Reagendo come soltanto i fuoriclasse sanno fare a un esordio ai Giochi che aveva lasciato più di qualche rammarico.
Confortato dai consigli dell'allenatrice Sabina Mujkic e dei tecnici azzurri, e dalla telefonata di incoraggiamento di Roberto Di Donna, uno che di medaglie ai Giochi se ne intende, Franceschetti ha superato brillantemente la qualificazione e si è approcciato alla finale nel migliore dei modi. Una serie molto solida di punteggi sopra il 9 e due colpi da cineteca, un 10.9 e un 10.7 uno dopo l’altro.
Nella fase a eliminazione progressiva, Franceschetti ha guidato la classifica fino al quartultimo colpo incappando anche in un breve momento di difficoltà. A quel punto è stato il cinese Yang Chao a spiccare il volo centrando con 220.1 la medaglia d’oro e il record Paralimpico di finale. Alle sue spalle l’uzbeko Server Ibragimov (215.3), autore di una gara con pochi sussulti ma molto consistente e il primo degli europei, Davide Franceschetti, terzo con 199.7.
La spedizione del tiro a segno ai Giochi di Parigi 2024 si è conclusa esattamente come era iniziata, nel segno delle medaglie. Da oggi a far compagnia a Federico Nilo Maldini e Paolo Monna c’è anche Franceschetti. In quel ristretto posto che appartiene soltanto ai grandissimi. E’ tutto vero, Davide è diventato Golia.