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“E’ una squadra meravigliosa”, parola di Ussorio

Due medaglie, quattro atleti in finale e prestazioni di grande valore: la prima Olimpiade del nuovo corso dell’Italia del Tiro a Segno si è conclusa quest’oggi con un bilancio lusinghiero. Un risultato reso ancora più importante dall’età media di un gruppo che ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per presentarsi con ancora maggiori credenziali tra quattro anni ai Giochi di Los Angeles.

In quest’ottica ha impostato il lavoro il Direttore della Preparazione Olimpica Pierluigi Ussorio. Parigi 2024 non doveva essere vista come l’Olimpiade della fine di un ciclo ma come un importante primo esame per una squadra che ha già dimostrato tanto ma che allo stesso tempo ha ancora potenziale da esprimere.

“Ho l’onore di guidare una squadra di persone meravigliose”, ha detto Ussorio. – “Dagli staff, tecnico e sanitario, agli atleti, a tutte le persone che hanno dato un contributo al nostro progetto, sono fiero di una squadra straordinaria”.

“Torno a casa estremamente soddisfatto. Tutto ciò che era preventivabile si è realizzato”, ha proseguito Ussorio. – “Abbiamo conquistato due medaglie con Maldini e Monna nella pistola ad aria compressa, ottenuto piazzamenti di valore internazionale sia nella carabina che nella pistola automatica, siamo andati a un passo da conquistare le finali anche in altre occasioni. Nonostante la giovane età, gli atleti si sono espressi sui migliori valori. Ce l’abbiamo messa tutta, questa è la conferma che il lavoro paga”.

Chiusa la parentesi Olimpica, l’impegno di Ussorio proseguirà anche ai Giochi Paralimpici di Parigi dove tra qualche settimana dirigerà una squadra altrettanto ambiziosa. Dopotutto prestazione chiama prestazione, il Tiro a Segno italiano non vuole mettere di stupire.

Foto: Pierluigi Ussorio a Chateauroux assieme alla squadra della pistola. Con lui anche il Presidente della ISSF Luciano Rossi, il Segretario Alessandro Nicotra, il Presidente della UITS Costantino Vespasiano e il Segretario Generale della UITS Walter De Giusti  (Credits: Ferdinando Mezzelani)