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Nel Tiro a Segno la parità di genere è già un dato di fatto

L’uguaglianza di genere è da sempre un tratto distintivo del Tiro a Segno, tanto che fino ai Giochi di Los Angeles 1984, le donne potevano concorrere assieme agli uomini nelle varie gare, prima dell’introduzione dei primi contest dedicati e della totale parità di gare che la ISSF ha voluto garantire a partire dai Giochi di Rio de Janeiro 2016.

In questo lasso di tempo, le differenze a livello di performance sono praticamente scomparse. Dai punteggi di qualificazione a quelli dii finale, spesso i record firmati nei contest femminili sono superiori per punteggio a quelli fatti segnare dai colleghi maschi. In questo senso, le formule della Mixed Team si sono rivelate determinanti, garantendo continuo confronto e interazioni tra settori maschile e femminile.

Ripercorrendo la storia del Tiro a Segno, il cosiddetto punto di rottura è avvenuto ai Giochi di Montreal 1976, quando la statunitense Margaret Thompson-Murdock riuscì a conquistare la medaglia d’argento nella gara individuale di carabina 3P ai tempi aperta a uomini e donne, eguagliando anche il punteggio di 1162 fatto segnare dal vincitore Lanny Barsham. Quel fatto, singolare all’epoca, rappresentò il primo segnale molto chiaro di quella che sarebbe diventata l’evoluzione del Tiro a Segno nei decenni successivi.

Attualmente, i contest maschili e femminile prevedono lo stesso numero di colpi da tirare nelle sessioni di qualifica e finale per qualsiasi format di gara. Comparando i vari primati mondiali di specialità, in quattro occasioni le donne possono vantare un risultato superiore a quello dei colleghi maschi, il record di finale della Carabina 3P, il record di finale della Pistola dai 10m e i record di qualifica e di finale della Pistola automatica dai 25m.

In particolare, nella carabina, i punteggi di accesso alle finali delle donne sono quasi sempre mediamente più alti rispetto alle gare maschili, una statistica che secondo l’ex campionessa Petra Zublasing è figlia di alcune peculiarità del fisico femminile. “Tra tiratori ci si confronta spesso e abbiamo notato che il baricentro del fisico femminile si abbina meglio alle richieste di questa disciplina. Poi esiste un fattore psicologico riguardante la migliore gestione dello stress sotto pressione”.

Ma c’è un valore ancora più importante di qualsiasi primato, secondo l’ex tiratrice altoatesina. “A Châteauroux si respira un’atmosfera incredibile. I tiratori e le tiratrici si sentono alla pari e questo è bellissimo”.

Foto: Zorana Arunovic e Damir Mikec - I serbi sono stati protagonisti della gara olimpica di Mixed Team di pistola finita con il loro oro (Credits / ISSF)