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Il veterano è pronto: scatta la terza Olimpiade di Mazzetti

Un vecchio adagio dello sport recita che le squadre che hanno maggiori possibilità di ambire ai massimi livelli sono quelle che riescono a coniugare gioventù ed esperienza. E’ il caso della Nazionale Italiana di Tiro a Segno, che ai Giochi di Parigi 2024 ha mostrato al mondo volti nuovi come Federico Nilo Maldini e Danilo Dennis Sollazzo, ma che può contare anche sull’esperienza di un tiratore alla sua terza avventura ai Giochi Olimpici, Riccardo Mazzetti.

Una partecipazione arrivata all’ultimo squillo disponibile, visto che il tiratore nativo di Busto Arsizio ha conquistato il pass soltanto pochi mesi fa grazie ad una splendida prestazione che gli é valsa la medaglia d’argento agli Europei di Osijek.

“Ogni Olimpiade fa storia a se” – spiega Mazzetti. – “La prima esperienza l’ho fatta a Rio de Janeiro, quasi a sorpresa. In un certo senso, quell’avventura mi ha allungato la carriera dato che avevo già 32 anni. Poi è arrivata Tokyo, un’edizione particolare affrontata con una preparazione dimezzata a causa del Covid. Parigi è un’avventura ancora diversa, per certi versi inaspettata perché stavo attraversando un momento di difficoltà”.

“La costanza non è il mio forte. Ad esempio Massimo Spinella fa della consistenza un valore aggiunto. Io sono molto bravo a gestire lo stress, l’adrenalina del grande appuntamento mi fa dare qualcosa in più. Parto da outsider ma so quanto valgo e sono focalizzato sulla mia performance”.

Il Tiro a Segno italiano ha vissuto momenti importanti sul poligono di Châteauroux grazie all’argento e il bronzo nella pistola dai 10 metri con Maldini e Monna, due atleti che fanno parte di una nuova generazione di tiratori. “Sono super talentuosi, non hanno neppure bisogno di essere troppo consigliati. Sono forti e hanno una consapevolezza incredibile. Basta osservare i punteggi: alle Olimpiadi hanno tirato sui loro livelli abituali. Io, al contrario, ho dovuto invece lavorare sulle mie insicurezze. Il mio talento è la caparbietà, credo nel duro lavoro e nella capacità di trovare sempre un modo per superare gli ostacoli”. 

Una generazione, quella di Riccardo Mazzetti, che si porta dietro il retaggio di quelli che hanno dovuto lottare un po’ di più per emergere. “Vent’anni fa non esistevano staff dedicati, psicologi, strutture del livello odierno. Ora già da Junior si inizia a costruire un percorso di un atleta. Quelli della mia generazione potevano contare solo sulle loro forze”.

Quello della pistola automatica è un contest storicamente molto imprevedibile, che non si presta a facili pronostici. Mazzetti ha però le idee chiare. “A Rio de Janeiro ho affrontato la gara con poca grinta, ma è stata una lezione perché mi ha fatto capire che la cattiveria agonistica è un dettaglio che fa la differenza. Ora mi chiamano “adrenaline junkie” (drogato di adrenalina ndr), perché ritengono sia a mio agio nelle finali dove l’adrenalina la fa da padrona. Tirare sotto tensione mi piace tantissimo, però prima bisogna affrontare una qualifica molto complicata. Non sono tra i favoriti ma cercherò di seguire il piano che ci siamo prefissati con il mio tecnico Flavio Erriu e cercherò di dare il massimo”.

Sarà la mattinata di domenica 4 agosto la prima giornata di gara per Riccardo Mazzetti e Massimo Spinella, che andranno alla ricerca del passaggio alla finale di lunedì 5 agosto, il contest che concluderà il programma del Tiro a Segno ai Giochi Olimpici di Parigi 2024.