SPORTIVA

La decima Olimpiade di mamma Salukvadze è già da record

Arriva dal Tiro a Segno una delle storie di sport più belle e cariche di fascino dei prossimi Giochi Olimpici di Parigi 2024. Partecipare a un’edizione delle Olimpiadi è già di per sé uno dei più grandi traguardi che può prefiggersi un atleta. Averne fatte nove in carriera e aver conquistato la qualificazione per la decima è certamente sinonimo di classe, resilienza e passione. Uno di quei primati difficili da eguagliare.

Nino Salukvadze è la protagonista di questa storia. Leggenda del tiro in Georgia e ancor prima dell’Unione Sovietica, nel 2023 - la più longeva tiratrice di sempre - ha assicurato al proprio Paese una carta Olimpica per il contest di pistola sportiva dai 25 metri e di conseguenza anche per quello di pistola ad aria compressa dai 10 metri.

La 55enne di Tbilisi non ha saltato una rassegna a Cinque Cerchi dall’edizione di Seul 1988 ai giorni nostri, a differenza della leggenda equestre canadese Ian Millar: anche lui arrivato a partecipare a 10 edizioni delle Olimpiadi (dal 1972 al 2012) saltando però i Giochi di Mosca 1980. Proprio a Seul, Salukvadze riuscì a conquistare un oro e un argento nei contest di pistola ed è tornata sul podio Olimpico ad esattamente 20 anni di distanza, a Pechino 2008, cogliendo un’inattesa medaglia di bronzo.

Record, trionfi e soddisfazioni conquistate, nonostante in Georgia manchino del tutto strutture moderne per allenarsi in maniera qualitativa. Nino Salukvadze ha inventato e sperimentato un sistema di bersagli e tecniche di allenamento, trasmettendo passione e competenze a un gruppo di ragazzi che rappresentano il futuro della Georgia nel tiro sportivo; in primis suo figlio Tsotne Machavariani, che alle Olimpiadi di Rio 2016 è stato anche lui in gara, primo caso di madre e figlio presenti nella stessa disciplina alle Olimpiadi.

Proprio questa motivazione spinge Nino Salukvadze a non ritirarsi dalle competizioni, il timore che il proprio il suo abbandono possa rappresentare un freno alla crescita dei giovani atleti della squadra georgiana. Inoltre c’è anche una ragione tecnica: il tiro a segno è una disciplina dove l’età non rappresenta per forza un limite, come ha confessato la georgiana in una recente intervista.

“L’età non significa nulla nel tiro a segno e non voglio pensarci, basta saper impugnare una pistola e non c’è bisogno di un grande allenamento fisico: il nostro sport è per l’80% psicologico, bisogna essere in grado di controllare i propri pensieri”.

Le giornate da cerchiare in rosso per Nino Salukvadze sono quelle di sabato 27 e domenica 28 luglio e poi di venerdì 2 e sabato 3 agosto, quando le atlete dei contest di pistola occuperanno le linee di tiro del poligono di Châteauroux. E chissà, che alla sua decima Olimpiade, la georgiana non possa tirar fuori un nuova prestazione “da 10”. Dopotutto, non bisogna mai sottovalutare il cuore di un campionessa.

Foto: Nino Salukvadze sulle linee di tiro olimpiche (Credits / ISSF)