La vicenda giudiziaria relativa ai drammatici fatti dello scorso dicembre a Roma, con l’uccisione di quattro persone a Fidene - avvenuta utilizzando un’arma trafugata dal Poligono di Roma - ha conosciuto un momento estremamente importante con il rinvio a giudizio dell’autore della strage - Claudio Campiti, iscritto al TSN Roma – il quale dovrà rispondere di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e tentato omicidio.
Nella medesima udienza preliminare è stato comunicato anche il rinvio a giudizio in qualità di responsabili civili per la Sezione TSN di Roma, il Ministero dell’Interno e il Ministero della Difesa, mentre è stata esclusa qualsiasi responsabilità risarcitoria da parte dell’Unione Italiana Tiro a Segno.
La tragica vicenda resta tale, così come pure il profondo sgomento e dolore che ha generato. La decisione del GUP esonera tuttavia in modo chiaro la UITS da responsabilità dirette che erroneamente le erano state attribuite rispetto a quanto di competenza dei ministeri e dunque conferma come la stessa UITS abbia operato correttamente all’interno delle prerogative e delle funzioni che le sono assegnate.
Il fatto che la UITS non abbia alcuna competenza sulla vigilanza relativa all’uso ed alla movimentazione delle armi all’interno delle sezioni è stato opportunamente riconosciuto dal giudice e avvalora l’atteggiamento tenuto dalla nostra organizzazione anche quando è stata fatta oggetto di infondate interpretazioni formulate da alcuni organi di stampa. La UITS ha sempre risposto con puntualità e dovizia di particolari, avendo cura di mantenere bassi i toni del contraddittorio come imponeva il sacrosanto rispetto verso le vittime e i familiari, la cui vita è stata sconvolta da questa assurda tragedia.
Resta comunque doveroso da parte dell’Unione Italiana Tiro a Segno tenere conto di tutte le circostanze emerse dalla vicenda e moltiplicare gli sforzi per aumentare ulteriormente la sicurezza all’interno dei poligoni, sollecitando costantemente le sezioni a tenere alta l’attenzione su questo problema.
Ovviamente sarà il processo che avrà inizio il 5 febbraio 2024 e i verdetti che ne scaturiranno a rendere giustizia a chi ha subito le dolorose conseguenze del criminale gesto. Da parte sua, l’Unione Italiana Tiro a Segno continuerà ad impegnarsi con il dovere morale di non dimenticare quanto è accaduto, dando il proprio contributo per un miglioramento delle norme vigenti laddove possibile.