L’efferato omicidio plurimo verificatosi nella mattinata di ieri in un quartiere di Roma per futili motivi nel corso di una assemblea di condominio ha seminato dolore e sgomento nell’opinione pubblica con la morte di Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano e il ferimento di numerose altre persone.
Il fatto che il presupposto di una tragedia simile sia maturato all’interno di un Poligono di Tiro chiama l’Unione Italiana Tiro a Segno, nella sua natura di ente pubblico posto sotto la vigilanza del Ministero della Difesa (oltre ad essere federazione sportiva affiliata al Comitato Olimpico Nazionale Italiano) ad un atto di responsabilità nel contribuire a individuare ogni possibile disfunzione possa aver creato i presupposti di quanto è poi accaduto.
L’incredulità e il terrore provati da chi ha vissuto questa tragica mattinata, dai familiari di quanti hanno perso la vita o sono rimasti feriti esigono un’analisi attenta ed equilibrata dell’accaduto e degli errori eventualmente commessi per prevenire il rischio di processi sommari e di conclusioni affrettate. Lo sconcerto dei cittadini nel momento in cui possano vedere messa a repentaglio la loro incolumità per fatti e circostanze completamente fuori dal loro controllo ci richiama ad un’analisi seria e molto approfondita.
Dalla ricostruzione dei fatti che le autorità giudiziarie hanno effettuato e stanno effettuando in queste ore, emerge la sconcertante circostanza relativa all’arma utilizzata, risultata di proprietà del Poligono di Tiro a Segno di Roma, che l’autore del fatto delittuoso ha portato senza autorizzazione al di fuori della struttura per realizzare il suo folle progetto.
L’Unione Italiana di Tiro a Segno non dispone certamente di poteri di polizia e Il ruolo che essa svolge su tale materia consiste nella redazione dei regolamenti tecnici per l’effettuazione dei corsi di addestramento teorici e pratici per il rilascio della certificazione di idoneità all'uso delle armi da fuoco, necessaria per coloro che effettuano servizio armato presso enti pubblici e privati o che vogliano comunque ottenere una licenza di porto di armi, oltre, ovviamente, la correlata vigilanza circa il loro rispetto.
L'idoneità dà diritto a chi ne sia titolare di esercitare attività di tiro all’interno delle strutture preposte utilizzando armi messe a disposizione dalla locale Sezione TSN e costantemente depositate presso gli appositi locali di sicurezza, il tutto sottoposto alla puntuale osservanza di rigide di norme di legge.
Il fatto che l’autore del reato, in quanto persona iscritta al TSN e in possesso della certificazione di idoneità, ieri mattina si sia presentato al Poligono richiedendo la possibilità di utilizzare un’arma per esercitazione rientra dunque nelle procedure consentite, mentre la circostanza assolutamente deprecabile è che abbia portato l’arma con sé e che il personale di servizio non abbia avuto modo di fermarlo prima che lasciasse la struttura.
“Attendiamo gli esiti delle indagini - ha dichiarato il Presidente della Unione Italiana Tiro a Segno - con l’impegno di farci promotori presso le competenti Amministrazioni dello Stato affinchè le misure di sicurezza e l’azione destinata alla verifica del loro rispetto siano quanto più stringenti possibile per garantire la sicurezza dei tiratori e di quanti si accingono a maneggiare armi”.
“Non posso però non sottolineare – ha soggiunto il Presidente - come questa amara vicenda colpisca un sistema, quello delle Sezioni TSN, sospese su un crinale malfermo che da un lato consente a chiunque di poter maneggiare un’arma all’interno della sezione ma allo stesso tempo non prevede l’interessamento di quest’ultime da parte dell’Autorità quando un soggetto non risulti completamente affidabile all’uso delle armi”.
L’Unione Italiana Tiro a Segno nel frattempo rende noto che, in attesa che le indagini facciano il loro corso, il Presidente della Sezione TSN di Roma si è autosospeso dalla carica di Presidente e di consigliere e pertanto il consiglio Direttivo della Sezione TSN Roma nominerà un Vice Presidente con il compito di provvedere a gestire l’ordinaria attività.
L’UITS fa presente infine che quanto prima sarà incaricato il Procuratore federale, coadiuvato dal Segretario Generale UITS e da due esperti, per i quali chiederà l’indicazione al Ministero della Difesa nella sua qualità di Amministrazione vigilante, per l’effettuazione di una indagine amministrativa sull’accaduto.